Margaret Thatcher by Elisabetta Rosaspina

Margaret Thatcher by Elisabetta Rosaspina

autore:Elisabetta Rosaspina [Rosaspina, Elisabetta]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788852098871
editore: Mondadori
pubblicato: 2019-11-04T12:00:00+00:00


XIV

«POSSO SALVARE QUESTO PAESE E NESSUN ALTRO PUÒ FARLO»

«Come on, let’s go now!»: alle 14.45 del 4 maggio 1979, nella storica sede londinese del Partito conservatore di Smith Square (venduta nel 2007, dopo mezzo secolo di attività, per 26 milioni di sterline), Mrs Thatcher seppe che il conteggio dei voti era finalmente concluso. Aveva vinto, anzi stravinto, battendo i laburisti per 339 seggi a 269. Gli slogan della sua campagna elettorale – «È ora di cambiare» e «Non limitarti a sperare in una vita migliore, votala!» – avevano funzionato. Margaret aveva parlato direttamente al portafogli dell’elettorato quando, in tournée a Halifax, aveva mostrato due panieri della spesa, uno ben riempito, l’altro mezzo vuoto: rappresentavano la differenza tra quanto si poteva acquistare, con la stessa somma, nel 1974 e cinque anni di amministrazione laburista più tardi. Il messaggio era arrivato forte e chiaro alla popolazione. Agli avversari non era rimasto altro da fare che riconoscere la disfatta e accomodarsi all’uscita.

James Callaghan lasciò Downing Street sotto l’occhio delle telecamere per andare a formalizzare la fine del suo mandato al cospetto della regina. Poi sarebbe stato il turno di Margaret. Doveva presentarsi a corte per accettare dalla sovrana l’incarico di formare il nuovo governo. Non era la sua prima visita a Buckingham Palace, aveva già partecipato a qualche ricevimento ufficiale come leader dell’opposizione. Ma la prospettiva dell’incontro a tu per tu con Elisabetta la metteva in uno stato di dannata agitazione. Si sentiva insicura e indispettita dai suoi stessi timori di inadeguatezza.

Era pronta per uscire da quasi un’ora. Indossava uno dei suoi tailleur blu Tory, la gonna a pieghe le copriva abbondantemente le ginocchia, una camicetta bianca a piccoli motivi fantasia, con il colletto rotondo abbottonato fino alla gola, le dava un’aria da attempata collegiale. Controllò: guanti, borsetta, Denis. Aveva tutto. «Andiamo!» ordinò, dominando a stento preoccupazione e nervosismo. Sarebbe stato imperdonabile far attendere sua maestà. Soprattutto in quell’occasione.

L’inebriante momento in cui Elisabetta II le avrebbe chiesto di guidare la Gran Bretagna era destinato a restare unico e irripetibile nella sua carriera politica. Alle due successive tornate elettorali il passaggio a Buckingham Palace non sarebbe più stato necessario, perché Margaret sarebbe succeduta a se stessa con il semplice viatico delle urne. La ragazza che quasi trent’anni prima aveva incrociato per un istante lo sguardo della giovane erede al trono a una corsa di cavalli voleva arrivare puntuale all’appuntamento con la Storia che quella lontana e fuggevole occhiata sembrava averle preannunciato.

Erano passate poche ore da quando aveva invocato pacatamente «un po’ di pazienza, un po’ di pazienza, per favore!» ai chiassosi cronisti accampati davanti alla porta del suo appartamento di Flood Street, a Chelsea, per chiederle: «Mrs Thatcher, quando incontrerà la regina?».1 Lo scrutinio non era ancora terminato, anche se il successo dei Tory era evidente fin dalle prime ore del mattino. Prima di cantare vittoria Margaret aveva voluto essere certa di disporre di una confortevole maggioranza assoluta per rivoltare il paese a modo suo, ossia come un guanto. Non ne vedeva l’ora…

Aveva memorizzato



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.